Pubblichiamo la lettera “Cara memoria, pensaci tu!” del 12 settembre 2017, scritta da una docente de La Scuola Che Accoglie.
Sono giorni che vengo costantemente attraversata da un pensiero, una sorta di previsione, o forse è già una certezza per la quale vorrei essermi sbagliata… Cara Memoria, aiutaci a ricordare i movimenti degli anni ’60 e ’70, finiti con le violenze delle manifestazioni, ma prima aiutaci a ricordare i tristi avvenimenti di Genova durante il G8 nel 2001…
Migliaia di persone arrivate da ogni parte del pianeta con lo slogan “Un altro Mondo è possibile!”, una festa di tantissime associazioni e di persone libere di ogni età, razza, religione e credo politico, tutte lì a promuovere la rinascita della società civile e della democrazia; le proteste miravano a portare all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale il problema del controllo dell’economia da parte di un gruppo ristretto di potenti che, forti del peso economico, politico e militare dei loro paesi, si ponevano come autorità mondiali rispetto alle sovranità nazionali dei singoli paesi. Inoltre, si contestavano le politiche e le ideologie neoliberiste adottate e le organizzazioni sovranazionali come l’Organizzazione Mondiale del Commercio e il Fondo monetario internazionale.
La stampa e le televisioni avevano preparato giorni prima del G8 uno scenario di violenze e paure, privilegiando come argomento, nella quasi totalità degli articoli, quello sulla sicurezza e sulla violenza.
Dopo venerdì 19 luglio 2001, giornata di festa conclusa con il concerto dei Manu Chao, il sabato si aprì con uno scenario inaspettato. I fatti di estrema violenza sono noti a tutti: circa 250 procedimenti – originati da denunce nei confronti di esponenti delle forze dell’ordine per lesioni – furono archiviati a causa dell’impossibilità di identificare personalmente gli agenti responsabili; la magistratura, tuttavia, pur non potendo perseguire i colpevoli, ritenne in alcuni casi effettivamente avvenuti i reati contestati.
Il 7 aprile 2015 la Corte europea dei diritti umani ha dichiarato all’unanimità che è stato violato l’articolo 3 sul “divieto di tortura e di trattamenti inumani o degradanti” durante l’irruzione nella scuola Diaz. Il 6 aprile 2017, di fronte alla stessa Corte, l’Italia ha raggiunto una risoluzione amichevole con 6 dei 65 ricorrenti per gli atti di tortura subiti presso la caserma di Bolzaneto, ammettendo la propria responsabilità.
Ma perché tanta violenza sui manifestanti mentre i Black Block sono stati lasciati in totale libertà sotto i miei stessi occhi (io come tanti ne siamo stati testimoni) a devastare le strade di Genova?
Era crollato il mio Stato Italia, avevo paura di lui, non mi sentivo più protetta, bensì in pericolo di vita.
Tutto ciò faceva comodo alla stampa, che il giorno dopo e quello dopo ancora riportò all’attenzione dell’opinione pubblica l’immagine di un movimento violento e devastatore. I “No Global” (termine tra l’atro coniato dalla stampa italiana) erano diventati terroristi e violenti. Lo sgomento di quei giorni fu fortissimo. Da allora avvenne la fine delle manifestazioni, il movimento fu sedato e la repressione, le torture e la morte del giovane Carlo Giuliani misero a tacere la forza del movimento.
Sono passati sedici anni, cara Memoria di silenzio, e da allora niente più manifestazioni,… fino al 19 maggio del 2017, giorno in cui il Ministro Lorenzin, appoggiata dalle grandi case farmaceutiche, ha emesso il suo decreto-legge.
Ora sono madre di due splendide bambine e ciò che si è risvegliato in me dopo il decreto, convertito in legge, ha cancellato tutte le immagini delle violenze vissute a Genova.
Sono arrivate a centinaia le fiaccolate e le manifestazioni in tantissime città d’Italia, grandi e piccole… Di nuovo migliaia di persone in piazza, questa volta però sono famiglie con i loro bambini. A Pesaro eravamo 80.000 persone, raccolte in un bellissimo parco senza dare fastidio a nessuno, ma per i mass media non siamo esistiti…
Quando esistiamo, oggi veniamo inseriti in brevi articoletti denigranti e siamo etichettati come gruppi di genitori irresponsabili e violenti che organizzano i “morbillo party” (un’invenzione della stampa) e che si affidano alle “fake news” e ai “santoni” per la cura dei propri figli. Nessuna menzione da parte dei mezzi d’informazione delle migliaia di fiaccole accese all’imbrunire, del Silenzio di una tromba, delle lacrime e del rispetto per tutte quelle famiglie di bambini danneggiati dai vaccini!
Ecco che arrivo al punto: riconosco troppe analogie tra i “No-global” e i “No-vax”, tra il G8 e le manifestazioni dei genitori. C’è sempre il potere mediatico a reggere i fili del gioco: ha il controllo della comunicazione, è governato dal sistema politico ed il è responsabile della fine di tutti i movimenti.
Cara memoria, aiutarci tu a non commettere gli stessi errori!
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