Il monito de La Scuola Che Accoglie: La libertà è condizione irrinunciabile, ma chi limita oggi la nostra libertà sono la politica, gli strumenti e le regole finora adottate per sconfiggere il virus.
Contrastare il “green” pass è un dovere morale e civico
Un monito indirizzato al presidente della Repubblica Mattarella, ai partiti e ai sindacati che continuano a invitare gli italiani a farsi somministrare il farmaco anti-Covid.
La pandemia sarebbe già alle nostre spalle se solo si fosse dato credito a tutti quei medici che da mesi guariscono con successo dal virus e dalle sue mutazioni.
Più si estende l’obbligo del “green pass”, più pericolosi possono essere gli attacchi alla democrazia. Soltanto grazie alle cure domiciliari precoci siamo in grado di contenere il virus, perché il vaccino non ci rende invulnerabili e non evita di contagiare né di contrarre il virus. Per queste ragioni, contrastare il “green pass” è un dovere morale e civico, in quanto esso non garantisce la tutela della salute pubblica.
Fondamentale, per la ripresa, investire nelle cure domiciliari precoci. Il “green” pass sta imponendo grandi sacrifici in tanti ambiti. Ovunque gravi. Sottolineiamo quelli del mondo della scuola e dei giovani. Ne stiamo registrando danni culturali e umani, sofferenze psicologiche diffuse che provocano sempre più suicidi tra i giovani, che impongono di reagire con prontezza e con determinazione.
Per questo occorre contrastare in tutti i modi possibili il “green” pass per ripristinare una società democratica e colmare le derive autoritarie che si sono formate. Il regolare andamento della vita democratica e lavorativa del paese per il prossimo anno deve essere un’assoluta priorità.
Coloro che sono costretti a esibire il “green” pass per lavorare non lo utilizzino per tutte le altre attività: eventi e competizioni sportive, sagre, fiere, congressi, spettacoli, feste, palestre, musei e mostre, sport al chiuso, biblioteche, cinema, ristoranti al chiuso, centri culturali e ricreativi.
Le cure precoci e la libertà
Sottolineiamo che stiamo ancora vivendo mesi drammatici, pieni di contraddizioni e privi di una strategia efficace che ci permetta di incamminarci sulla via dell’uscita dalla crisi. Dall’inizio della pandemia di Covid-19, in tutta la Ue le diagnosi mancate di tumore ammontano a 1 milione e le interruzioni alla regolare assistenza ai pazienti avranno conseguenze soprattutto in termini di neoplasie individuate a stadi più avanzati. L’Italia, da parecchi mesi, è quasi interamente zona “bianca” a basso rischio, ma la campagna di vaccinazione e la scelta politica di obbligare i cittadini al “green” pass continuano ad amplificare le conseguenze delle chiusure e della crisi economica, produttiva e occupazionale.
Quella del “green pass” è una strada che ci priva di ogni speranza e fiducia
Le cure precoci, dunque, sono l’unica arma per superare la pandemia. La libertà è condizione irrinunciabile e chi limita oggi la nostra libertà sono la politica, gli strumenti e le regole finora adottate per sconfiggere il virus. Se la legge dispone regole ingiuste e antidemocratiche, oltre che inefficaci contro l’estendersi del contagio, si può dire che sia finalmente giunto il momento di perseguire la via della giustizia.
È tempo di disconoscere le istituzioni e le autorità che continuano a emanare provvedimenti ingiusti e incostituzionali. Coloro che si ammalano di Covid contattino immediatamente i medici che si occupano di cure domiciliari precoci perché – anche se vaccinati – le loro prospettive di guarigione potrebbero diminuire seguendo la sola via del paracetamolo e della “vigile attesa”.
Per gli spazi condivisi, dove le altre persone hanno il diritto che nessuno vi porti un alto pericolo di contagio, il “green” pass non si sta rivelando efficace.
Le riforme rispettino la Costituzione
Quando si pongono in essere interventi di così ampia portata, destinati a incidere in profondità e con effetti drammatici e duraturi, occorre praticare una grande capacità di ascolto e di mediazione, senza assumere decisioni inefficaci che dividano il paese in cittadini di “serie A” e cittadini di “serie B”. La Costituzione è il baluardo da seguire, mediando gli interessi delle multinazionali farmaceutiche con la necessità di mantenere saldi gli equilibri democratici del Paese.
Le riforme si sono rivelate fallimentari: ora servono decisioni chiare ed efficaci contro la pericolosa e inutile estensione del “green” pass
Il ruolo della stampa
Il mondo dell’informazione e della carta stampata ha subìto anch’esso le conseguenze della pandemia. Per questo, un ripensamento di modello non può prescindere dalla riaffermazione dei fondamentali diritti di libertà che sono il perno della nostra Costituzione e dell’Ue. I media devono quindi tornare a proteggere le libertà di tutti i cittadini e il pluralismo, mentre i giornalisti devono riappropriarsi del dimenticato codice deontologico.
I giornalisti iscritti all’Ordine devono rimanere rigorosi e autonomi e sono richiamati a svolgere un’attività racchiusa nell’ambito di specifiche regole deontologiche.