Alle mie studentesse e ai miei studenti del Liceo “F. Petrarca”

Il prossimo 13 settembre sarà il primo giorno di scuola, finalmente di nuovo in presenza. Quel giorno, molto probabilmente, io non ci sarò. La mia non sarà, come vi faranno credere, un’assenza ingiustificata, ma un’assenza giustificatissima. Giustificata dall’attuale governo mediante un decreto che discrimina i cittadini che, come me, rifiutano di presentare il green pass per esercitare un loro diritto; un decreto che ignora quanto stabilito dall’Art. 32 della nostra Costituzione: “La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. L’insegnamento del rispetto della persona è tra i primi doveri che ho come insegnante. Come potrei adempiere un tale dovere se permettessi la mancanza di rispetto per la mia persona? Non mi riconoscerei e voi non sapreste chi sono.

Nell’ottobre 2018, grazie al nostro liceo, ho avuto l’onore di partecipare all’organizzazione di una mostra che la città di Trieste ricorderà sempre. La mostra, dal titolo “Razzismo in cattedra. Il Liceo F. Petrarca di Trieste e le leggi razziali del 1938”, fu parte di un progetto scolastico a cui parteciparono studentesse e studenti del Liceo come voi. In quel progetto ho creduto e da quella mostra ho imparato molto. Oggi continuo a credere che la discriminazione sia solo l’inizio di un percorso verso la mancanza di luce, verso il sonno di una ragione che, come ci ricorda uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, non può far altro che generare mostri.

Quindi, con queste righe, voglio solo dirvi che non ho abdicato al mio dovere, non ho rifiutato di essere con voi per continuare assieme lo studio della Storia dell’Arte, ho invece accettato di rimanere me stesso, libero di fare delle scelte.

Nella speranza che le cose cambino quanto prima e quindi nella possibilità di rivedervi, vi auguro buon inizio anno.

Un caro saluto

Il vostro prof. Tullio Ponziani

PS con il pensiero mi unisco ai Proff. A. La Fortezza e A. Camperio Ciani con i quali condivido questa amara decisione. All’Avv. Prof. Paolo Sceusa dico io ci sono!