Pubblichiamo la lettera contenente il parere di un gruppo di docenti sul referendum green pass: “Riteniamo il referendum abrogativo delle disposizioni sul green pass una mossa da evitare, inutile e pericolosa.”
LE LIBERTÀ NON SI METTONO AI VOTI
“Qualsiasi referendum che metta ai voti le libertà fondamentali è un referendum inutile e pericoloso. Ci sono princìpi che non si possono votare, si chiamano diritti: ‘l‘Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro’ non sul green pass, che sospende il lavoro a chi ne è sprovvisto, condannandolo all’indigenza. Il diritto al lavoro per tutti i cittadini italiani non può e non deve dipendere dall’esito di un referendum.
Le attuali disposizioni sul green pass sono incostituzionali, dunque temporanee, vincolate alla scadenza dello stato di emergenza.
Lo stato di emergenza terminerà il 31 dicembre 2021 o verrà prorogato al massimo di qualche mese. Al suo termine decadranno anche le attuali disposizioni incostituzionali sul green pass in Italia, insieme agli organi creati per la gestione della pandemia: il comitato tecnico scientifico e la struttura commissariale.”
PERCHÈ NON FIRMARE PER IL REFERENDUM ABROGATIVO DEL GREEN PASS
“Non firmare per il referendum abrogativo del green pass non significa essere favorevoli al green pass, significa aver compreso che:
- il referendum è inutile perché si andrebbe a votare fra il 15 aprile e il 15 giugno 2022, quando gli attuali provvedimenti sul green pass non saranno più in vigore da mesi.
- il referendum è pericoloso perché il suo esito rischierebbe di indurre il governo a trasformare il green pass da strumento emergenziale temporaneo a provvedimento strutturale.
È improbabile che lo stato di emergenza venga prolungato oltre qualche mese. Solo per mezzo di una nuova legge (incostituzionale) sarà possibile estendere la sua durata per un periodo più lungo.
È invece probabile che il governo tenti di rendere strutturali le attuali disposizioni sul green pass oltre la loro scadenza, ma per farlo serviranno nuove leggi (incostituzionali) promulgate dalla futura maggioranza.”
LA PAROLA D’ORDINE È RESISTERE
“Resistere, contrastando il green pass attraverso nuove forme di lotta non previste dal sistema, è un dovere morale e civico di ogni cittadino italiano.
Le vecchie forme di lotta – che fanno parte del sistema stesso, come i referendum, le petizioni e gli scioperi – purtroppo non stanno ottenendo cambiamenti significativi.
È ancora possibile resistere: tutti coloro che possono – con il sostegno di validi legali – si organizzino con i colleghi per presentarsi all’ingresso delle proprie attività lavorative privi di green pass, senza effettuare l’accesso per non incorrere in sanzioni, senza alcun preavviso e in periodi diversi. Servizi essenziali e settori sottodimensionati sarebbero temporaneamente paralizzati. Basterebbero due settimane di sacrifici per lanciare un segnale inequivocabile.
Un intero plesso scolastico ha già chiuso i battenti il primo giorno di scuola solo perché due dipendenti hanno scioperato.
È ancora possibile resistere anche rinunciando a qualsiasi attività che richieda il green pass: ristoranti e bar con consumo al tavolo al chiuso, spettacoli, eventi, competizioni e attività sportive al chiuso, musei, biblioteche, mostre, sagre, fiere, convegni, congressi, centri culturali, centri sociali e ricreativi, parchi tematici e di divertimento al chiuso, viaggi con treni di tipo Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità, aerei, autobus che collegano più di due regioni, navi e traghetti.
Buona resistenza!”
I docenti
Anna Lisa Rossini Oliva, Arianna Pala, Chiara Tinuzzo, Chrystelle Roccanti, Eva Paoli, Jenny Gaia Ficcadenti, Leone Monteduro, Matteo De Angelis, Monica Piccioni, Sara Pascuzzo