Sono un insegnante qualunque, di una scuola media qualunque, di una città qualunque di questo paese.
Ci sarebbero così tante cose da dire, tanto è stato detto e tanto verrà detto sulla situazione che ormai da troppo tempo stiamo vivendo. Personalmente mi limiterò all’aspetto educativo.
Uno dei fondamenti dell’educazione di ogni Essere Umano è il principio dell’imitazione, fin da piccolissimi cresciamo e impariamo in questo modo, l’imitazione agisce in ogni caso, e proprio per questo motivo ogni educatore, insegnante o genitore o altro che sia ha su di sé una grande responsabilità.
Ognuno di noi ha innanzitutto la responsabilità di essere degno di essere imitato!
Dobbiamo poter stare davanti ai bambini e ai ragazzi con la schiena dritta e gli occhi limpidi, come insegnanti, come educatori, dobbiamo poter guardare nel volto queste anime che ci vengono affidate, con onestà e trasparenza.
Con quale spirito staremo in classe di fronte a loro, in quel luogo, chiamato scuola, che per sua natura dovrebbe essere luogo di incontro, di inclusione, di rispetto delle libertà e delle diversità, dove coltivare lo spirito critico?
Dallo scorso anno l’educazione civica è entrata nel nostro ordinamento come materia obbligatoria della quale tutti gli insegnanti sono titolari, al di là della specifica materia di insegnamento.
Con quale spirito insegneremo loro educazione civica? Come potremo parlare loro della Costituzione, calpestata e violentata ad ogni piè sospinto dagli stessi che sarebbero deputati a difenderla?
Ne parleremo forse come un ricordo lontanissimo, ormai estinto, oppure troveremo la forza di affermare con fermezza che ogni singola parola contenuta nella Carta Costituzionale ha valore solo nella misura in cui ciascun individuo di questa nazione la incarna e la trasforma in agire quotidiano?
Ci sono momenti nella vita in cui senti che non puoi tacere, senti che tacere è un po come morire dentro, rinnegare la tua intima essenza.
A scuola un silenzio assordante, nessuna menzione alla paradossale circostanza in cui ci troviamo: la scuola si trova ad assumere sempre più il ruolo di presidio sanitario, dove l’accesso non si basa su criteri di oggettività scientifica, ma sul mero possesso di una certificazione che, come ammesso dagli stessi suoi fautori, non fornisce garanzie in termini di sicurezza e salute pubblica, ma esiste essenzialmente come incentivo, sotto ricatto, alla vaccinazione di massa.
Ad essere sotto attacco non siamo solo noi insegnanti, ma prima di tutto i nostri figli, da oltre un anno e mezzo.
E allora le parole rompono il silenzio fluendo spontanee, pacate ma ferme, parole che richiamano l’attenzione sull’evidente illegittimità della situazione nonché delle norme.
Ma la questione, lo sappiamo bene, non riguarda la scelta o meno di sottoporsi alla terapia genica sperimentale, questa lotta riguarda tutti noi, vaccinati e non, indistintamente!
Siamo chiamati a scegliere, NON più a delegare!
Quali prospettive di vita può offrire alle nuove generazioni un mondo che per paura di vivere muore interiormente ogni giorno?
Solo la fiducia nella Vita può nutrire l’Umano che è nel bambino!
Dobbiamo quindi R-Esistere… prima di tutto per loro… per i nostri figli!
Un insegnante anonimo