Apparentemente chi ha deciso di non cedere alla logica del green pass non è libero: vede ridursi sempre più i propri diritti inviolabili, dalla possibilità di studiare e lavorare a quella di muoversi.
In realtà non è così: i veri oppressi sono coloro che esibiscono la certificazione verde, credendo di poter continuare a vivere in modo normale. Non si rendono conto di aver venduto i propri diritti, diventati benefici subordinati ad una vaccinazione, concessi a scadenza ai cittadini obbedienti. Desiderano sopravvivere, essere lasciati in pace, non far rumore. Invece chi rifiuta il green pass non è schiavo, dispone liberamente di sé e del proprio corpo. Al contrario dei vaccinati che si ritrovano intrappolati in un loop infinito di dosi, è indipendente dal sistema e declina l’illusione di libertà e sicurezza offerta dalla tessera verde.
Perché questa non può essere chiamata libertà… essa si basa sulla logica per cui il governo concede come privilegi diritti e servizi di cui abbiamo sempre beneficiato, escludendo una parte della popolazione solo per aver esercitato la propria libertà di scelta. Come questa presunta libertà può fondarsi sulla negazione della stessa?
Il secondo paradosso riguarda l’obbligo vaccinale: sembrerebbe rivolto a coloro che non vogliono vaccinarsi, a quel 10% della popolazione accusata dalle istituzioni e dagli scienziati dell’aumento dei contagi e dell’occupazione delle terapie intensive. Ma il capro espiatorio è fondamentale affinché regga la narrazione della realtà costruita negli ultimi due anni dalla maggior parte dei governi europei; ecco perché l’obbligo vaccinale non vuole colpire i cosiddetti “no-vax”. Esso vuole indurre i vaccinati a continuare ad iniettarsi il siero, una dose dopo l’altra, per evitare che diminuisca la percentuale della popolazione discutibilmente protetta e quindi la produttività del Paese.
O è forse un diversivo per mantenere la popolazione in uno stato di paura e obbedienza, per mettere in atto misure di controllo e tracciamento, per portare avanti precisi indirizzi politici ed economici?
Alice Ortelli