In seguito alle recenti alluvioni in Emilia-Romagna, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha da poco prodotto l’Ordinanza ministeriale 8 giugno 2023 n. 106, che mette nero su bianco alcune novità, nonostante l’emergenza nella maggior parte dei comuni alluvionati sia ormai cessata:
- nelle scuole dei comuni colpiti dagli eventi alluvionali, per la validità dell’anno scolastico 2022/2023 non sarà necessario il requisito della durata minima di duecento giorni: l’anno risulterà valido sulla base delle attività didattiche effettivamente svolte
- per l’ammissione agli esami conclusivi di Stato del primo e del secondo ciclo di istruzione, nelle scuole dei comuni colpiti dagli eventi alluvionali non sarà richiesto il consueto limite minimo di frequenza delle lezioni e lo svolgimento delle prove nazionali Invalsi non costituirà un requisito per l’ammissione
- per gli studenti delle scuole medie situate nei comuni alluvionati, le prove dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo saranno sostituite da una prova orale. Per i percorsi a indirizzo musicale, nell’ambito della prova orale sarà previsto anche lo svolgimento di una prova pratica di strumento
- per gli studenti dei licei situati nei comuni alluvionati – o semplicemente residenti nei comuni alluvionati (questo rappresenta il vero pasticcio) – le prove scritte di Maturità saranno sostituite da colloqui orali
Il pasticcio nasce dal fatto che molti studenti del secondo ciclo di istruzione che risiedono in comuni alluvionati in realtà sono iscritti a licei situati in comuni non alluvionati. Di conseguenza, in seguito alle direttive dell’ordinanza ministeriale n. 106, si genererà una discriminazione durante gli esami di Maturità tra studenti delle stesse classi residenti in comuni non alluvionati – che dovranno svolgere esami di Maturità “normali” – e studenti delle medesime classi residenti in comuni alluvionati – che invece saranno obbligati a sostenere soltanto colloqui orali, nelle medesime scuole e con le medesime commissioni.
La discriminazione tra studenti appartenenti alle stesse classi appare evidente: le commissioni d’esame saranno tenute a valutare il “merito” degli studenti di una medesima classe sulla base di esami sostenuti in modalità differenti.
Il Ministero dell’Istruzione “e del merito” spiega che non vi è alcuna possibilità di scelta da parte delle famiglie e degli studenti: per l’anno scolastico 2022/2023 sarà obbligatorio sostenere esami di Maturità differenziati, sulla base della residenza dei singoli studenti in comuni alluvionati o non alluvionati dell’Emilia-Romagna.
Poco importano le proteste della maggior parte dei genitori e degli studenti, che vorrebbero avere la possibilità di sostenere esami uguali a quelli dei loro compagni di classe.
Considerato inoltre che le scuole conoscono solo gli indirizzi di residenza delle famiglie e non le frazioni, le segreterie si dovranno attivare per scovare – come recita l’ordinanza – tutti gli studenti “residenti nei comuni di cui all’Allegato 1 al decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61, ad eccezione dei comuni delle Marche e della Toscana”, per comunicare alle famiglie che i loro esami dovranno avvenire con modalità differenti rispetto a quelle riservate al resto della classe.
Un bel pasticcio firmato “Ministero dell’Istruzione e del Merito”.