È tempo di iscrizioni alla scuola dell’infanzia e, dopo un anno sofferto e vissuto con angoscia e preoccupazione, ho deciso che io non rinuncerò a iscrivere mio figlio.
Ho iscritto mio figlio alla scuola dell’infanzia, nonostante sia entrata in vigore una legge d’altri tempi, che introduce un principio di discriminazione in un’istituzione che è nata appositamente per combattere la disuguaglianza e le ingiustizie sociali.
Io non rinuncio a iscrivere mio figlio alla sua scuola, ho deciso che non sarò io a negargli il diritto di tornare nella scuola che lui adora. Sarà semmai l’amministrazione a comunicare alla mia famiglia che un bambino sano, vispo, intelligente ed entusiasta verso il mondo, non potrà più frequentare la sua scuola. Quella stessa amministrazione che più di 5 mesi fa ha ricevuto un appello sottoscritto da 68 insegnanti. Una lettera che anche i nostri quotidiani locali hanno pubblicato, a cui purtroppo nessuno dei destinatari ha dato finora una risposta, che chiedeva l’inclusione di TUTTI i bambini nella scuola dell’infanzia. L’inclusione é stato il tema trattato e proposto durante gli ultimi corsi di aggiornamento rivolti agli insegnanti, proposti e finanziati dalla stessa Provincia che oggi appoggia l’esclusione.
Io non ho rinunciato a iscrivere mio figlio, perché so che ci sono ancora insegnanti validi che credono nel loro lavoro e non condividono un principio di esclusione. Nonostante tutto continuo a credere anche in una scuola che accoglie e che si spende per OGNI bambino, per aiutarlo a crescere in un clima di accoglienza, di accettazione delle diversità e nel rispetto delle opinioni di ognuno.
Io non ho rinunciato a iscrivere mio figlio nonostante sia consapevole del fatto che la non iscrizione da parte dei genitori potrebbe essere un forte messaggio di protesta nei confronti delle istituzioni che si sono dimostrate sorde all’appello di migliaia di famiglie.
Ho iscritto mio figlio perché non voglio arrendermi e non smetterò di lottare per avere una scuola di qualità, in cui i nostri figli possano continuare a crescere come individui liberi e consapevoli, cittadini di uno stato in cui ogni persona ha diritto alla propria autodeterminazione.
Ho iscritto mio figlio a scuola perché non posso credere che oggi, nel 2018, la paura abbia la meglio sul coraggio e perché non credo in una legge liberticida, che contrasta con ogni principio pedagogico di accoglienza e rispetto delle diversità.
Ho iscritto mio figlio alla scuola dell’infanzia e continuerò a ribadire che questo é un diritto di tutti i bambini, combatterò anche per chi non ha più la forza o il coraggio di continuare a farlo e perché desidero essere l’artefice del cambiamento che vorrei vedere.
Ho iscritto mio figlio a scuola, infine, non perché non rispetto la legge 119, ma semplicemente perché rispetto la mia Costituzione, per cui i nostri padri e i nostri nonni hanno sofferto e combattuto, e noi abbiamo il dovere di difenderla!
Articolo 34: “LA SCUOLA È APERTA A TUTTI”. Non sarà una piccola legge, una piccola paura a farcelo dimenticare.
Christian Z. e Chiara A. – Terlago