Cosa vogliamo trasmettere ai nostri bambini e ragazzi? Su quali principi e con quali basi vogliamo riaccogliere, riaprire e incontrare nuovamente i nostri giovani?
Ciò che purtroppo emerge, da tutte le proposte che abbiamo sentito fino a questo momento, è un principio di PAURA:
  • paura del contagio
  • paura del contatto
  • paura del respiro
  • paura della contaminazione
  • paura della vicinanza 
In sostanza PAURA DI VIVERE.
Immaginate un bambino. 6 anni appena compiuti. 25 chili scarsi. Primo giorno di prima elementare. Un giorno importante.

La mamma non lo può accompagnare. Entra da solo in una classe di sconosciuti di cui non vede il viso. Si siede da solo. Ha paura. E’ agitato. Respira forte e la mascherina gli fa annebbiare gli occhiali.

Avrebbe bisogno di un sorriso ma nessuno gli può sorridere. Di un abbraccio ma nessuno glielo può dare. Distanziamento sociale.

Niente “Dai, siediti vicino a me, teniamoci la mano!”. Niente “A ricreazione giocheremo insieme!”

E’ solo. Gli manca la mamma. Piange.

Le lacrime gli bagnano la mascherina. La maestra gli dice che non può piangere, che non può toccarsi, che è pericoloso, che deve disinfettarsi, che nessuno lo può consolare.

Nessuno gli può sorridere. Distanziamento sociale.

Se questo è uno dei momenti più importanti della sua vita, se questa sarà la sua vita per 5/6/7/8 ore al giorno…


Giada Obelisco
NOI NON SIAMO D’ACCORDO e sentiamo la necessità di fare proposte costruttive.
I bambini, i ragazzi e i giovani non conoscono e non dovrebbero conoscere il distanziamento sociale, che implica una lontananza non solo fisica, ma anche UMANA dagli altri. Una distanza innaturale, che non fa parte di ciò che caratterizza ogni essere umano!
La Scuola Che Accoglie