Scarica il Manifesto La Scuola Che Accoglie
La Scuola Che Accoglie nasce spontaneamente nel mese di luglio 2017, grazie alla volontà di dirigenti scolastici, professori, insegnanti, educatori e personale amministrativo, tecnico e ausiliario che operano su tutto il territorio italiano all’interno delle scuole, delle università e dei servizi educativi e di formazione.
La Scuola Che Accoglie:
- si identifica con la Scuola stessa e ne salvaguarda l’identità come istituzione che svolge un servizio pubblico aperto a tutti
- promuove l’inclusione nelle Istituzioni scolastiche di tutti gli operatori scolastici e di tutti gli alunni, indipendentemente dal loro stato vaccinale
- promuove esempi di costituzionalità e di legalità
- tutela la privacy degli operatori scolastici e degli studenti, contro ogni forma di emarginazione e di bullismo sociale
- è democratica e non impone un’unica verità assoluta, non esclude, è sopra le parti, sostiene i diritti di tutti – adulti e minori – e rappresenta un luogo di condivisione e di accoglienza delle idee di ciascuno
- stimola lo sviluppo di opinioni proprie, fornisce gli strumenti per costruirle e insegna il rispetto delle opinioni
- promuove un rapporto di collaborazione e di fiducia tra Scuola, alunni e famiglie
- è presente a manifestazioni, incontri e convegni di varia natura, attraverso figure professionali che operano nella Scuola e che intervengono a proprio nome (SCA non partecipa col suo nome e logo ad alcun tipo di manifestazione) su tematiche direttamente connesse alla qualità della relazione educativa e alla tutela delle libertà nelle scuole italiane.
La Scuola Che Accoglie si propone di condurre una pacifica rivoluzione culturale che possa portare all’abrogazione delle leggi Azzolina (legge 6/06/2020, n. 41), Lorenzin (legge 31/06/2017, n. 119) e delle leggi nazionali e regionali che violino palesemente i diritti costituzionali. Alcune di queste leggi prevedono una graduale esclusione da tutti gli istituti scolastici italiani dei bambini non vaccinati da 0 a 6 anni, etichettandoli come “pericolosi” per gli altri. Il rischio che tali bambini corrono è quello di essere fortemente discriminati ed emarginati.