Di seguito la lettera del 2 aprile 2020 del Presidente dell’Opera Nazionale Montessori, il professor Benedetto Scoppola, e il suo invito a condividere con l’ONM le esperienze di quella che definisce “didattica montessoriana ai tempi del Covid”. Il riferimento per contattarli è segreteria@montessori.it.
Cari amici,
Siamo di fronte a una situazione completamente nuova, e come prima cosa vogliamo far sentire la nostra vicinanza a quei territori, spesso molto attivi da un punto di vista montessoriano, che stanno pagando il prezzo più alto in termini di disagi e, purtroppo, di vite umane.
Ci auguriamo veramente di poter tornare presto alla normalità, ma uno degli aspetti più difficili da gestire è il fatto che non possiamo sapere quanto durerà questa emergenza coronavirus. Sembra comunque di capire che la scuola sarà uno degli ultimi settori a tornare alla normalità.
È inutile negare che questa emergenza ci mette in grandissima difficoltà rispetto a tutte le nostre principali attività. Quando infatti nella didattica il problema principale è quello che dobbiamo insegnare, che spesso passa attraverso la compilazione di schede o la lettura e memorizzazione di testi, il fatto di non poter interagire con i bambini di persona è un grosso disagio, ma non modifica la struttura dell’insegnamento, che può essere proseguito a distanza. Per noi non è così: il nostro problema non è tanto quello che dobbiamo insegnare ma quello che il bambino vuole imparare.
L’ambiente in cui la classe vive è il principale veicolo della nostra educazione, e deve ovviamente essere vissuto in presenza. Il materiale attraverso il quale il bambino compie le sue scoperte non è virtuale, deve essere toccato e manipolato a lungo per dischiudere il segreto che contiene, e non è molto, in quanto deve educare anche al saper aspettare il proprio turno.
La vicinanza dell’adulto viene percepita dal bambino, in queste condizioni, soprattutto in quanto l’adulto è capace di ritrarsi, e paradossalmente anche questa caratteristica dell’educazione montessoriana richiede assolutamente la presenza.
La situazione non è tanto diversa per quello che riguarda i nostri corsi di formazione: per formare persone capaci di incarnare il modello di apprendimento appena descritto non bastano libri o video da seguire con attenzione: i movimenti e lo stile delle presentazioni si possono imparare solo in presenza, toccando e rigirandosi tra le mani i materiali esattamente come dovranno fare i bambini.
Queste difficoltà ci sono, e ne dobbiamo tenere conto. Tuttavia siamo chiamati a non fermare tutto per via dell’emergenza, un po’ perché i nostri corsisti hanno il diritto di concludere la loro formazione entro i tempi prestabiliti, ma soprattutto perché i bambini non aspettano, e i periodi sensitivi che saltiamo sono opportunità educative perse per sempre.
Tanti di voi ci chiedono indicazioni chiare e prescrittive sul come poter continuare le attività. Crediamo che non sia possibile in questa situazione proporre risposte preconfezionate: si possono solo sperimentare soluzioni che sappiamo non essere ottimali, cercando con il massimo dell’onestà intellettuale possibile di compiere quelle scelte che Montessori ha compiuto in tutta la sua vita: proseguire con le attività che funzionano, e abbandonare quelle che non funzionano.
Qualcosa, tuttavia, si può dire: i criteri con cui scegliere le nostre proposte nelle classi devono essere i soliti: le attività devono essere ben preparate, per quanto possibile devono coinvolgere anche l’apprendimento attraverso quel formidabile organo dell’intelligenza che sono le mani, devono essere scelte liberamente dal bambino, devono essere autocorrettive.
I docenti devono testimoniare per quanto possibile di essere vicini ai bambini, pur chiedendo loro di lavorare in autonomia.
Anche se questo può comportare molto lavoro in più, i docenti dovrebbero prevedere incontri a distanza anche con piccoli o piccolissimi gruppi di bambini, dando loro tutto il tempo necessario per comprendere le attività che, in modalità così diversa da quella usuale, sono chiamati a svolgere.
Per quanto riguarda i corsi, crediamo che non sia possibile generalizzare.
Certamente in queste condizioni possiamo e dobbiamo sperimentare l’idea di proporre in modalità online le parti più teoriche. Sarà difficile che gli aspetti più metodologici, i singoli materiali, e soprattutto le osservazioni e i tirocini, possano essere sostituiti da lezioni remote. Tuttavia la situazione particolare di ogni corso può spingere direttori e coordinatori a sperimentare soluzioni nuove.
Di una cosa siamo sicuri: non vogliamo che tutti questi problemi siano vissuti nell’isolamento dalle singole realtà che cercano di trovare soluzioni alla loro particolare situazione, e dunque pensiamo che il nostro contributo fondamentale sia quello di rendere disponibili a tutti le idee e le esperienze di chi ha iniziato a fare qualcosa.
Chiarendo sempre la paternità delle singole idee, è bene che queste ultime circolino il più possibile, e aiutino un sereno confronto tra tutti noi.
È per questo che da oggi sulla nostra pagina Facebook e in parte sul nostro sito siamo ben lieti di pubblicare le esperienze di “didattica montessoriana ai tempi del Covid”, come qualcuno ha già cominciato a chiamarle parafrasando Gabriel Garcia Marquez, uno dei montessoriani più famosi.
Grazie per la vostra attenzione e per il vostro lavoro.
Con i migliori saluti,
Benedetto Scoppola
Spedisci anche tu, sotto forma di lettera aperta all’indirizzo tutela.scuola@lascuolacheaccoglie.org, le tue esperienze sulla “didattica a distanza” e le soluzioni “che funzionano” – anche se non ottimali – che temporaneamente sono state adottate! Le pubblicheremo in home page sul nostro sito e nella sezione IL CORAGGIO DI TUTELARE LA SCUOLA